Quest’opera si presenta come un tessuto rituale, una bandiera segreta, un altare mobile: il centro rosso – vivido, quasi ferito – è un Punctum che attira lo sguardo e lo dilata, irradiando i gesti sacri delle mani come raggi archetipici. È un mandala incarnato, una ruota di esperienze.
Un centro vivo e pulsante, rosso come un seme, come una ferita, come un’icona. Da esso si diramano mani di diverse origini, culture e forme. Ogni mano è un’esperienza, un gesto che nasce dal centro, come un raggio da un sole misterioso.
L’opera è realizzata su lino e sete indiane, stampata a transfer e attraversata da una croce simbolica. Le stoffe sono memoria e pelle del mondo, mentre le mani formano un mandala contemporaneo: una costellazione di Mudra unite da un’unica energia primordiale.
Punctum Mundi è un campo di nascita e memoria, un luogo in cui il gesto si fa mondo e il mondo si ricompone nel gesto.
L’opera invita a riconoscere che ogni azione significativa ha un’origine invisibile, un punto centrale di energia da cui tutto emana.
